Sei ragazzi capitanati dal loro coach, il Prof. Conversano, ci raccontano la loro esperienza agli Europei 2018 di Robotica a Roma: "Alla semifinale di Firenze siamo andati con passi decisi, consapevoli che molto
probabilmente saremmo passati alla fase successiva. Alla finale di Bologna c’era la
speranza di portare a casa il tanto e desiderato Nao ma allo stesso tempo una voce
insistente nelle nostre menti ci ripeteva che non sarebbe stato il momento giusto. È vero,
alla fine non abbiamo vinto la Nao Challenge 2018, ma il premio per l’innovazione e la
programmazione sì. Un’apparente delusione data dal raggiungimento di un obiettivo già
conquistato l’anno precedente che ci ha catapultati senza quasi rendercene conto nella
nostra magnifica capitale, Roma alla gara europea. Una squadra al completo che ha perso
alcuni frammenti del suo cuore poiché alcuni hanno raggiunto il traguardo dell’Università. Giovedì 11 ottobre abbiamo lasciato Piacenza per dirigerci
verso una nuova sfida, desiderosi di lasciare la nostra impronta. L’Humanoids Festival ci ha
accolti insieme a progetti di tutta Italia e dell’estero, proponendoci idee e soluzioni mai viste.
È stato un ottimo modo per confrontarci con l’esterno e per vedere anche in altro, ciò che
saremmo andati a fare. Tre robot diversi da programmare in due giorni. Le giornate sono
state intense, le notti anche, ma la voglia di vedere camminare e superare ostacoli
l’umanoide Aelos, il desiderio di rendere utile il robot Nao per l’anziano attraverso attività di
fisioterapia o l’idea di creare un’ interfaccia con Sambot sono stati più forti di qualsiasi
possibile senso di stanchezza. Oltre alla gara, eravamo contemporaneamente chiamati a
gestire le persone che, numerose venivano a farci visita e chiedevano spiegazioni e
dimostrazioni. Ci sono stati ostacoli e molti imprevisti, ma la bellezza di questo progetto risiede soprattutto nel fatto di creare qualcosa e non sapere fino alla fine se ciò verrà messo
in atto. Non tutto dipende dalla tecnica, il caso svolge un ruolo fondamentale, in particolare
in un essere così complesso come può esserlo un robot. La Scuola di robotica,
organizzatrice dell’evento, ci ha posizionati secondi sia nella sfida con Aelos sia con
Sambot. Soddisfatti e consapevoli di aver dato tutto di noi stessi, torniamo a casa dopo un
intenso lavoro di progettazione e con mille altri progetti vogliosi di essere realizzati.
Un’esperienza indimenticabile e gratificante che speriamo di rifare presto." Nella foto da sinistra:
Andrea Bertoni, Filippo Lin, Emanuela Braghieri, il prof. Massimo Conversano, Nasko Stamenov,
Luca Silva, Lorenzo Manini. |
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